sabato 8 agosto 2009

Se sei frocio ti tiravano le pietre

il DSM, ovvero Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ("Il Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders") è uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più usati dai vari specialisti del settore.

DSM III (1974)
L'omosessualità è rimossa come categoria diagnostica ribattezzata "omosessualità egodistonica" (egodistonica = in distonia con il proprio Io; egosintonica = in sintonia con il proprio Io).
Nel 1973 la commissione di 13 componenti dell'APA decise unanimemente di rimuovere l'omosessualità egodistonica dalla lista dei disturbi psicosessuali. Il documento dell'associazione psichiatrica americana dichiarava: "l'omosessualità in sé non implica più un deterioramento nel
giudizio, nell'adattamento, nel valore o nelle generali abilità sociali o motivazionali di un individuo". La decisione destò numerose polemiche.
DSM III-R (1987)
Viene derubricata anche l'omosessualità egodistonica. L'egodistonia è data dall'interiorizzazione dell'ostilità sociale. (Silverstein, 1977). Quindi tredici anni dopo l'APA ha eliminato anche l'omosessualità egodistonica dall'edizione riveduta del DSM III-R in quanto tale categoria
diagnostica poteva far pensare all'omosessualità come a qualcosa di "patologico in sé", interpretando il disagio egodistonico come un processo evolutivo e non come sindrome a se stante. Nel DSM-IV pubblicato nel 1994 la posizione è rimasta inalterata.


Dal 1968 gli attivisti omosessuali manifestavano alle riunioni della "Commissione Nomenclatura" dell'APA, chiedendo e infine ottenendo di partecipare agli incontri. Da quel momento il dibattito scientifico fu sostituito da discussioni di carattere ideologico che sfociarono nel 1973 nella decisione di mettere ai voti la questione. Ebbene sì: l'omosessualità fu derubricata
dai manuali statistici grazie a una votazione: 5.816 voti a favore e 3.817 contro!

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